sabato 29 ottobre 2011

Ottobre, il mese della vergogna!

Uno dei momenti della manifestazione del 15 ottobre a Roma
Se dovessi fare un bilancio del mese appena trascorso, direi che al peggio non c'è mai fine. L'Italia e la sua capitale sono state messe in ginocchio in più di un'occasione in questo triste mese d'ottobre. Basti pensare che ormai il paese è governato per procura dalla Banca Centrale Europea, che ci dice che riforme fare e come farle, visto che il Parlamento è impegnato soltanto a votare la fiducia al Presidente del Consiglio; che il direttorio Merkozy si permette di sbeffeggiare in conferenza stampa il nostro Primo Ministro con facili e infelici risatine; che ci sono voluti mesi e mesi per nominare il nuovo governatore di Bankitalia, nello stupore generale viste le condizioni economiche in cui versa il nostro paese; che bastano quattro teppistelli per mettere a ferro a fuoco un'intera capitale e rovinare una pacifica manifestazione come quella dello scorso 15 ottobre organizzata dagli indignados italiani; che bastano poche ore di pioggia scrosciante per far diventare Roma come Calcutta, con morti, feriti, auto e metropolitane bloccate per un'intera giornata; che all'estero ormai contiamo meno di niente e che l'unica cosa che regge - ancora per poco - sono le nostre tanto vituperate istituzioni e il nostro debole sistema industriale. Per il resto, abbiamo un ubriacone da taverna che si aggira per Palazzo Chigi e che preferisce restare al suo posto e non governare pur di non andare in galera; degli onorevoli deputati che si comportano come affabili cortigiane pur di non perdere il tanto anelato vitalizio; e il mondo che resta a guardare, chiedendosi che razza di popolo è quello che permette tutto ciò! Alcune settimane fa, ad una tavola rotonda a Bruxelles, una giornalista del Sole 24 ORE si è lasciata sfuggire la seguente affermazione: "Altro che Roma caput mundi, ormai è diventata Roma caput Africa". Considerando quello che è accaduto in questo mese credo che mai descrizione fu più appropriata. 
Intanto, mentre Roma brucia, il Nerone di turno suona la lira.

AV