sabato 27 marzo 2010

Agitatore di folle

Berlusconi durante un comizio elettorale con Renata Polverini
Il 20 marzo a Roma si e’ assistito all’ennesimo show messo in campo da un vero e proprio Agitatore di Folle (o Agitatore Folle, boh?). La manifestazione del Pdl nella capitale e’ stata l’ennesima prova dell’illiberalita’ che caratterizza la persona di Silvio Berlusconi. Il culmine lo si raggiunge nel momento in cui Berlusconi sembra quasi chiedere alla folla una professione di fede. Un passaggio che ricorda piu' il culto della persona che l’adesione lucida ad una forza politica. Sembra di assistere ad una deriva antidemocratica. Ad un certo punto, il divo Silvio inscena giuramenti e fa proclami, assumendo toni che hanno tutto il sapore dello spot televisivo dove bisogna vendere qualcosa:ovviamente si tratta della sua persona e della sua immunita'! Non si tratta di principi, di idee o di programmi ma di parole mielate (che son sempre veleno!) pronunciate da un oratore in grado di ipnotizzare le folle. Con cosa? Con l’amore, dice lui! Tuttavia, sappiamo che si tratta di fumo! Fumo iniettato negli occhi degli italiani da molti, forse troppi anni. Amore contro Odio. Destra contro Sinistra. Buoni contro Cattivi. Eccola la dialettica dell'amore! Ed ecco che il suo unico linguaggio in Piazza San Giovanni diventa l’attacco dal palco a tutti coloro che non sono a sua immagine e somiglianza. I poteri dello Stato, la Giustizia, l'informazione e tutte quelle forze che lo contrastano democraticamente. Siamo di fronte all’ennesimo culto della persona, della guida suprema. Un ruolo che stride profondamente con le regole della democrazie.

Che fare? Come comportarsi di fronte ad un signore che la gente ammira non per i suoi meriti (pressoche’ inesistenti) ma per la sua forza comunicativa ed ipnotizzatrice? La sua oratoria conquista le menti pigre che non vogliono pensare ai problemi quotidiani. Ti tiene incollato allo schermo sussurrandoti quelle frasi rassicuranti che vorresti sentirti dire: tutto va bene! Bisogna essere ottimisti! L’amore vince sull'odio, etc. Frattanto, lui continua il suo show dal palco. Lui legge il patto per la liberta’. Lui fa mettere la mano sul cuore ai candidati a governatore. Lui fa da coreografo e ideatore della scena. Lui capisce che un modo per estrapolare il consenso delle masse nel XXI secolo e' quello di portare il linguaggio dello spettacolo in politica, regalando attimi di estasi mediatica a gente gia' drogata da troppa TV. Capisce che usare toni messianici in un paese profondamente cattolico come l'Italia è un modo per raccogliere nuovi adepti. Dal palco inventa riti farseschi che ricordano la Pontida di Umberto Bossi, in una continua costruzione di scene prese in prestito dal grande e piccolo schermo. "Che bello!" Si dicono in molti ... E’ umano! Troppo umano! E' uno di noi, come noi, in mezzo a noi!

Ovviamente, è più facile ridere e non pensarci più. Ripetere ad nauseam che se esiste un problema si tratta solo di un male piovuto dall’alto, che e’ colpa di un disegno, di un complotto ordito da giudici politicizzati, dall'informazione e dall'opposizione comunista. E intanto il paese piange, mentre il suo re fa i capricci nel palazzo.
Purtroppo, il giorno in cui la folla scoprirà il grande inganno, verserà lacrime amare e non di gioia. E allora sì che anche lei, quella folla, si chiederà: come siamo giunti a tanto?

AV